Vardón sì da descóre, ma ancia da rivà a ‘na conclusión. Par fà calcòssa, par nó lassà massa rebandonàth i nòstre bósch. Se torna fòra i vèci i ne cópa…


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mercoledì 2 marzo 2011

Spacco della legna

Come avevo detto, parlerò in questo post dello spacco della legna. Generalmente, ci sembra che il lavoro di maggiore impegno sia quello in bosco, dove si abbattono le piante, si sramano, si depezzano, si concentrano i pezzi e poi si esboscano fino al luogo dove possono essere caricati per il trasporto a destinazione. In effetti, questa è un'impressione giusta, anche se dobbiamo ricordarci che in alcuni casi anche la successiva fase, quella della lavorazione per lo spacco e l'accatastamento, può rivelarsi abbastanza impegnativa. E' il caso per esempio del legno di carpino bianco, come quello  che ho appena tagliato e spaccato, che in funzione del diametro dei fusti, della loro fibratura e nodosità qualche problemino lo può creare.
Intanto comincio dicendo che ormai da anni ho preso l'abitudine di spaccare la legna lasciandola della lunghezza con la quale la allestitisco in bosco, cioè 1 metro. E' il sistema - dico io - "dei crucchi", perché è in uso prevalentemente al di là della Alpi e un po' anche nella nostra montagna interna.
Nella nostra pedemontana, invece, il sistema classico di lavorazione prevede prima l'accorciamento dei  tronchi in ceppi della lunghezza finale (cioè a misura di stufa) e poi lo spacco in pezzi (stòcks, nel dialetto locale) delle dimensioni volute. Adesso che cominciano a diffondersi le macchine sega-spaccalegna, le due operazioni sono svolte assieme, evitando di maneggiare più volte la legna. La legna così segata e spaccata alla dimensione finale, che è variabile, comporta per contro maggiori oneri per quanto riguarda la successiva movimentazione e l'accatastamento rispetto alla legna lunga, cioè quella da 1 metro spaccata ma non accorciata. E' per questo che ho preso l'abitudine "dei crucchi" di spaccare la legna mantenendola lunga, per la facilità di accatastamento per la stagionatura e anche perché  si può sempre decidere in seguito la lunghezza dei pezzi da ricavare, quando la si accorcia con la sega. A mio avviso, sarebbe interessante un approfondimento che metta a  raffronto i due metodi di lavoro,  per  verificarne i rispettivi punti di forza e le crticità.
Passando ad altro,  mi urge porgere un ringraziamento alla ditta Agri3, con sede a Fiume Veneto (PN), per avermi affidato in prova uno spaccalegna orizzontale LANCMAN da 20 t. In particolare, ringrazio il sig. Matteo Barbin, per la disponibilità dimostrata nel mettermi a disposizione tale macchina. L'Agri3 commercializza macchine e attrezzature per l'agricoltura e la forestazione e si distingue per dinamismo e  professionalità. L'esperienza che ho potuto così fare è stata molto utile e mi ha permesso di avere un'idea più precisa  del tipo di attrezzatura che potrà servirmi nel prossimo futuro. 
Ho apprezzato soprattutto la robustezza e la cura dei particolari costruttivi della macchina, prodotta in Slovenia dalla GOMARK , che non ha tanto da invidiare a quelle di marche più famose.
Per il momento chiudo qui e inserisco alcune immagini.
Alla prossima...

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