Salve, sempre a proposito dei svariati servizi che il bosco può offrirci, intendo ora parlare di quello cosiddetto ricreativo. Più in particolare, io ho sempre trovato ritemprante, per lo spirito, la pratica di andare per funghi. Se poi la cosa avviene in un momento in cui i funghi (intendo i carpofori) sono presenti, il grado di soddisfazione è maggiore. Proprio ieri, dopo un periodo che mi angustiavo immaginando che fossero spuntati dei funghi nei nostri boschi pedemontani, ho trovato il tempo per andare a verificare la realtà. Ebbene, non mi sbagliavo più di tanto pensando che fossero presenti, dato che ho avuto la fortuna di trovarne un bel po'. Andando a cercare funghi lo spirito di osservazione aumenta e ad esso poi si sommano tutte le informazioni sugli habitat delle diverse specie di funghi che nel tempo si sono accumulate con l'esperienza. Diventa come un mettersi alla prova: "vediamo se sotto quei carpini c'è qualcosa (pensando ai porcinelli)?" ; oppure: "chissà se attorno a quelle querce c'è il porcino?". Non sempre, ovviamente, ma ogni tanto capita di immaginare chiaramente la realtà, andando a trovare in un certo posto ciò che poco prima si presumeva essere presente. Credo che tutto questo dipenda dalla capacità di tenere conto di molti fattori che concorrono allo sviluppo delle svariate specie di funghi. L'andare a funghi, inoltre, permette di osservare il bosco e le piante che lo compongono, compresi certi fenomeni di degrado causati da agenti biotici e abiotici.
Venendo al dunque, ieri sono andato in Róvre Gròss, in Prà de Plana e nella Mónt de Daviàn (chiedo scusa ai non locali...), andando così fuori dai confini comunali, sottraendo i funghi agli avianesi (scherzo...). D'altronde, confini amministrativi a parte, queste località erano un tempo molto frequentate dalle genti di Budoia, avendo lì molte proprietà.
Chiudo qui questo post, sperando che queste immagini possano rendere l'idea meglio di quanto non abbia fatto fin qui con le parole.
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